La storia della barba è la storia dell’uomo. Ma quando si è cominciato a curarla e a valorizzarla?
La cura della barba è una tradizione antichissima che si perde indietro nei millenni, al tempo in cui Sumeri, Assiri e Babilonesi fondavano le prime civiltà urbane. In Mesopotamia gli uomini erano soliti portare barbe lunghe, scure e arricciolate, spesso impastate con oli profumati molto simili a quelli che Mr. Giò mette a disposizione degli acconciatori oggi. In occasione di cerimonie sacre o eventi particolarmente importanti la barba veniva messa in risalto anche con polvere d’oro e d’argento.
Gli antichi egizi la consideravano addirittura come un marchio divino, simbolo di potere. Le persone di alto rango si radevano comunque in segno di purezza, ma utilizzavano barbe finte come testimoniano diversi ritrovamenti archeologici.
Nella Grecia classica troviamo altri, illustri esempi di come fosse considerata segno di conoscenza e potere: chi non ricorda Pericle, il leggendario primo cittadino di Atene che portò la Polis all’apice della sua potenza? Diversa, invece, la concezione ellenistica della barba – quella di Alessandro Magno per intenderci – che imponeva la rasatura ai propri soldati per non fornire un motivo di appiglio ai nemici durante le battaglie.
Il lunghi secoli del medioevo consentirono alla barba di imporsi come tratto distintivo: da un lato c’erano i musulmani, che come Maometto la portavano lunga, mentre dall’altro cattolici e protestanti preferivano la rasatura, pratica dolorosa ma necessaria per distinguersi dalle altre fazioni religiose.
Dopo la scoperta dell’America la nostra storia comincia ad accelerare rapidamente. Nel 1600 Antoon Van Dyck, pittore fiammingo noto per i suoi ritratti, approdò alla corte d’Inghilterra come artista ufficiale della corona portandosi dietro la curiosa acconciatura appuntita di barba e baffi. E’ per l’appunto lo stile “alla Van Dyck”, che si diffuse rapidamente sulla penisola britannica e nel secolo successivo in tutta l’Europa.
La vera rivoluzione per barba e baffi arriva nel 1800. L’ascesa della borghesia impose la barba ancora una volta come segno di riconoscimento, dandole lustro e maggior peso: i baffi imponenti, arricciati all’insù, venivano curati durante il giorno con apposite creme, mentre di notte veniva applicato il “piega baffi”. Grazie a questa striscia di stoffa attaccata alle orecchie il risultato era assicurato.
Il 1900 è secolo di guerre e rapidi progressi in campo tecnologico. Per questo le esigenze militari diffusero la tendenza alla rasatura per questioni igieniche o per utilizzare al meglio nuovi strumenti come le maschere anti-gas. L’eccezione è data dal periodo fascista, in cui portare la barba era simbolo di virilità e prestigio.
Oggi stiamo vivendo una nuova età dell’oro della barba: le persone stanno tornando nei saloni specializzati per prendersi cura del proprio viso, grazie anche a prodotti innovativi e adatti a tutti gli stili.