In viaggio lungo l’autostrada dei sogni di Jim Morrison

  • 25 Giugno 2018
  • VAW
  • 4 min read

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Sono seduta accanto a Jim Morrison mentre guida tenendo gli occhi sulla strada e le mani sul volante, non so dove mi stia portando, ma ha l’aria di chi vuole divertirsi.

Quando si volta verso di me, lo vedo in volto per pochi istanti. Porta una barba a cui non ero abituata se penso alla sua immagine classica, cristallizzata in uno scatto eterno.

“Ti sei persa, ragazzina?” Jim Morrison

“No signor Morrison, avevamo concordato un’intervista… guardi la strada per piacere.” Io

Torna a guardare la strada, un raggio di Sole illumina il suo volto che appare entusiasta, forse al pensiero di una meta impossibile da raggiungere.

“Al primo lampo di paradiso correremo verso il mare…” J.

“Che intende?” Io.

“E’ tempo di vivere nel Sole…” J.

Dopo questa osservazione ho la certezza che non sarà un’intervista facile, ma questo già lo immaginavo, Jim Morrison non è passato alla storia come un tipo semplice.

“Questa è la vita più strana che mi sia capitata…” J.

“Quante ne ha vissute?” Io.

“Ho vissuto una vita nuova ogni volta che il giorno ha distrutto la notte e che la notte ha diviso il giorno.” J.

Cerco di vincere lo straniamento che la risposta ricevuta mi ha causato.

“Quindi ha vissuto 2 vite al giorno per 27 anni.” Io.

Si volta nuovamente verso di me, sorride, ha uno sguardo divertito.

Ho fatto scena di settimana in settimana, di giorno in giorno, d’ora in ora…” J.

Accenno un sorriso senza mettermi a fare calcoli, non servirebbe a niente. La macchina continua a scivolare lungo l’autostrada, la velocità è alta ma non ho paura.

“Ora ho voglia di andare in Andalusia, fra campi di grano… io devo vederla ancora… vedere le montagne di Spagna color argento e oro…” J.

Non riesco a fargli più domande, non credo che una mente come la sua sia fatta per rispondere a domande concrete, lo lascerò parlare mentre mi faccio trasportare verso una meta che non conosco.

“L’estate è quasi andata…” J.

“Ma non è ancora finita, anche io lo scorso anno sono stata in Spagna, a Siviglia.” Io

Lo dico così, senza un fine, un reale motivo, cerco soltanto di vincere il fastidio dovuto al non riuscire a fare il mio lavoro, ciò per cui sono pagata.

“Dove saremo noi quando l’estate se ne sarà andata?” J.

Osservo il suo volto di profilo, l’occhio mi cade sulla sua barba, non capisco se mi sia stata rivolta una reale domanda, ma ormai è chiaro che il mio straniamento non rappresenterà un problema.

Si accarezza la barba, direi con piacere, quindi si volta, sorridendomi, continuando con quelle carezze che sembrano soddisfarlo sempre più.

“Dobbiamo continuare a giocare o cercarci altre città…”

Non sto capendo niente ma allo stesso tempo ho la sensazione di non perdere tempo, le frasi che dice costruiscono immagini nella mia testa che danno il senso al tragitto compiuto.

Quella barba colpisce la mia attenzione perché sono attratta dal viso di Jim, richiamata dalle sue parole, in cerca dei suoi sguardi, stranita per una situazione surreale.

Manca solo la tastiera di Ray Manzarek, la chitarra di Robby Krieger e la batteria di John Densmore per essere nel video di L.A woman… e la sensazione provata mi piace, non lo nego.

Forse è stato il movimento delle ruote sulla strada a far calare il Sole, sta di fatto che adesso è notte, l’auto si ferma e solo grazie alle luci della città posso vedere il viso di Jim, la sua barba.

Ha lo sguardo fisso di fronte a noi, toglie una mano dal volante, si accarezza i capelli, poi la barba, quindi si gira, mi guarda, noto un sorriso.

“Sei una fortunata piccola signora nella città accesa o solo un altro angelo sperduto?”

Mi domanda, senza che io possa rispondere, consapevole che il mio editore non sarà felice del mio lavoro, perché non ho fatto nessuna intervista, ho solo guardato la barba del Re Lucertola, lasciandomi trasportare dai suoi pensieri.

 

ANDREA ANTONETTI[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][/vc_column][vc_column width=”1/3″]

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