La rivoluzione in un piccolo gesto

  • 16 Maggio 2018
  • VAW
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[vc_row][vc_column][vc_column_text]La mente di un carcerato può superare sbarre e pareti, farlo riflettere sui motivi che l’hanno portato alla reclusione, pensare a quanti giorni dovranno passare prima di riavere la libertà, cosa farà una volta fuori o se riuscirà mai a rivedere la luce del Sole.

Da persona libera pensa alla più confortevole stanza di albergo immaginabile, ha un letto che fa sognare anche da svegli, mobili d’atmosfera, televisore ultimo modello in grado di rendere quella stanza un cinema, bagno profumato, vasca idromassaggio con acqua calda e spazio per un’immersione totale capace di resuscitare cadaveri. Con te, c’è la miglior compagnia possibile. Ora tramuta questo rilassante e piacevolissimo pensiero in un incubo e ti ritroverai in un carcere inglese nel 1780, accanto a William Addis, carcerato da dieci anni.

La cella di quel carcere aveva come giaciglio un pezzo di legno marcio, pietre come pavimento, al suo interno faceva sempre o troppo freddo o esageratamente caldo, l’umidità uccideva aria e pareti, la luce del Sole non filtrava mai da nessuna fessura e la compagnia non si poteva certo definire entusiasmante, a meno che non si considerassero topi grandi come gatti desiderabili animali domestici.

Un giorno, godendosi l’ambiente, provando tutte le angosce e le sgradevoli sensazioni del caso, William Addis deve aver provato la necessità di lavarsi i denti, perché il poco cibo passato in carcere bastava appena per sopravvivere e certo non era cucinato col tocco gourmet del grande chef, perciò, le sensazioni provate dalle sue papille gustative erano certo associabili a sapori tremendi, diffusi in ogni angolo della bocca, dove sbobba incastrata nei denti rappresentava qualcosa da eliminare… già, ma come? Usando dita che da mesi avevano dimenticato cosa significasse entrare in contatto con sapone e acqua? Questa scelta non avrebbe rappresentato una soluzione ma l’aggravarsi del problema.

Un uomo disperato, a volte, può trovare in sé spunti che una vita agiata o rilassata castrerebbe. William Addis osservò un pezzo d’osso avanzato durante la cena e un topo morto sul pavimento di fronte a sé, strappò dei peli all’animale, riuscì a fissarli all’osso e produsse il prototipo del primo spazzolino della storia così come lo conosciamo.

Uscito di galera modificò la sua invenzione, commercializzandola dopo aver capito che presentarla col materiale rimediato in carcere sarebbe stato un errore, nonostante all’epoca lavarsi i denti significasse strofinarsi in bocca uno straccio impregnato di fuliggine e sale e gli stomaci dei suoi contemporanei fossero molto più forti di quelli dell’uomo moderno. Introducendo lo spazzolino nella quotidianità delle persone, rivoluzionando i costumi di una società, William Addis diventò ricco.

Sono passati secoli da quell’idea, lavarsi i denti è diventato un manifesto dell’essere umano, uno dei tratti distintivi rispetto agli animali. Ogni tanto l’umanità ha bisogno di una rivoluzione per progredire, salire di livello. Quel momento è arrivato, il concetto di spazzolino va superato, perché il Mondo gira a una velocità prossima a quella della luce e fare più cose contemporaneamente è diventata una necessità. In quest’ottica rientrano le compresse orali di MR.GIO’.

-Non prevedono l’uso dello spazzolino;
-Metà compressa sarà sufficiente a igienizzare la bocca, senza risciacquo;

Attraverso l’azione di: Mannitolo; Bicarbonato di sodio; Xilitolo; Elettaria cardamomum; Stearato di magnesio; Menta piperita; Salvia; Salvadora persica; Acido citrico e Sorbato di potassio la tua bocca sarà fresca, in fiore, pronta a gustarsi il terzo millennio!

ANDREA ANTONETTI[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column]

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