Certe cose non cambiano mai. Come dal principio il Sole illumina la Terra, un uomo taglia capelli e rasa barbe.
Che l’umanità vivesse periodi oscuri o rinascimentali, il lavoro del barbiere ha sempre rappresentato un atto di civiltà, attorno al quale far ruotare aspetti della società. In una barberia si creano e saldano rapporti, si passa il tempo, si scrivono storie, come se forbici e rasoio fossero carta e penna.
Ogni periodo storico ha avuto le sue acconciature, i suoi stili, elementi in grado di definire culture e visioni del mondo.
Prima di Alessandro Magno, avere la barba lunga e ben curata significava essere uomini importanti, ma quando il grande Re si accorse che sul proprio viso la barba non cresceva come voleva, instituì per legge la rasatura obbligatoria degli uomini.
Impossibile pensare a un indiano d’America, in sella a un cavallo in corsa lungo la prateria, senza una barba perfettamente rasata e i capelli lunghi acconciati con piume e stoffa.
Allo stesso modo, cosa sarebbe un gentleman senza barba e baffi curati, se non un’immagine di difficile costruzione?
La professione di barbiere è un fenomeno culturale, rappresentata in quadri e opere teatrali. La città di Siviglia ha come figura simbolo quella di Figaro, barbiere in grado di tessere trame contro padroni e aristocratici oltre a condurre giochi di potere come il più raffinato dei politici.
C’è stato il tempo in cui un palo bianco e rosso affisso fuori da una barberia trasmetteva sollievo a chi lo notava, perché indicava un luogo dove tagliare capelli, rasare barbe ma anche praticare incisioni di ascessi, estrazione di denti marci, ricomposizione di fratture e la rimozione di pidocchi, pulci e zecche… poi i tempi sono cambiati, gli statunitensi hanno aggiunto il colore blu al rosso e al bianco così oggi, vedere l’insegna dei barbieri, indica la via verso la ricerca o l’affermazione di uno stile.
MR.GIO’ si propone come collante fra antico e moderno, tra l’old style che non morirà mai e un presente da vivere, definire e caratterizzare.
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