[vc_row][vc_column][vc_column_text]Bud Spencer aveva occhi così piccoli che risultava difficile coglierne il colore. Facendo un tuffo nel mare delle banalità e ricavandone l’espressione: “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, possiamo dire che la sua era indecifrabile.
Fattezze titaniche, capelli e barba di un moro intenso, espressività ridotta a due varianti: seria, divertita. Ha recitato in moltissimi film, facendo un’unica parte: quella del gigante buono, ma nient’affatto pacifista.
Nell’ immaginario comune rappresentava l’amico in grado di risolverti una serata complicata in discoteca, magari dopo un intervento risolutore a mano aperta.
Sergio Leone, Bud Spencer e Terence Hill, ovvero, quando gli italiani facevano western. Era il tempo in cui, per entrare nella storia del cinema, non era obbligatorio essere scambiati per spaghettari, mammoni, un po’ poeti e un po’ mafiosi, dediti al suono del mandolino.
Terence Hill disposto ad andare incontro al proprio destino comodamente trascinato per il deserto da un cavallo. Bud Spencer e la sua naturale quietezza pronta a diventare scazzottata da risolvere con un pugno in testa o cinque dita stampate sul volto dell’avversario.
L’immagine dei due a cavallo in giro per il deserto rosso dell’Almeria spacciato per suolo americano, il loro mangiare fagioli a sfinimento, un due contro dieci sempre risolto con schiacciante vittoria della coppia. Spaghetti Western, quando una definizione diventa un riconoscimento che vale più di mille premi.
“Lo Chiamavano Trinità” e “Continuavano a chiamarlo Trinità” sono due dei film comici più divertenti di sempre, dove Bud Spencer e Terence Hill raggiungono la miglior caratterizzazione, l’amalgama perfetta. Lo smilzo e il gigante, il provocatore e il risolutore, il biondo e il moro, lo sbarbato e il barbuto… perfetti, sotto ogni punto di vista, l’uno complementare all’altro.
La loro era un’unione di successo in un mondo diviso in blocchi contrapposti, questo era il contesto in cui il loro film sono diventati celebri. Con la Guerra Fredda pronta ogni giorno a far piangere e il terrorismo già in grado di presentare i suoi conti, Bud Spencer e Terence Hill strappavano sorrisi, provocando risate con situazioni a tratti grottesche, ma mai volgari.
Storie piacevoli da vedere, senza impegno, in grado di trasmettere spensieratezza come una serata fra amici. Non sono stati amati da tutti, la critica li ha detestati, quella stessa critica sempre così poco propensa a fare autocritica.
Finiti nell’armadio fra ciò che non va più di moda, cose o persone non fa differenza, ne sono usciti singolarmente, diventando qualcosa di differente.
Gli occhi azzurri e i capelli biondi di Terence Hill, quelli indecifrabili di Bud Spencer e la sua barba nera, la perfezione delle differenze che si uniscono e diventano qualcosa d’indimenticabile.
ANDREA ANTONETTI
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″]